La marcia dei pinguini

17 03 2010

Ogni tanto circa 10 anni fa mi soffermavo sui documentari di Licia Colò, ma non ho grandi ricordi. Era l’era in cui mi ero allontanato dal cinema, e lo zapping regnava contrastato. Quindi oggi, che affronto un documentario del genere, non sapevo cosa mi sarebbe rimasto, se mi sarebbe piaciuto, se avrei resistito fino alla fine. C’è l’ho fatta, e senza neanche grossa fatica. Certo, ci sono parti che non mi piacciono, come l’adattamento per gli occhi dei bambini, comprensibile per certi momenti, per i dialoghi e per l’inserimento nel palinsesto di Natale. Ma Fiorello, oltre ad adattarlo per noi italiani, ha fatto qualcosa in più, e almeno la prima parte è godibilissima. Poi c’era da affrontare il discorso morte, natura, predatori che i piccoli dei pinguini imperatori affrontano nei primi mesi di vita. Si omette naturalmente, si soprassiede, ma c’è un messaggio anche per noi adulti: per un cucciolo si possono affrontare divisioni, non nella famiglia, ma per la sopravvivenza della famiglia. Due i misteri che circondano la specie del documentario che ha vinto l’Oscar qualche tempo fa: come si sia instaurato un istinto del genere, dove scompaiano, e cosa facciano i pinguini appena svezzati per quattro anni. I soliti grandi interrogativi della natura…


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2 responses

25 03 2010
cinemaleo

Film magnifico. Unica nota stonata, a mio parere, Fiorello. Molto bravo naturalmente ma i suoi interventi sono eccessivamente invadenti e finiscono con disturbare, distrarre, infastidire (nell’edizione originale vi erano tre voci, l’aver scelto nell’edizione italiana di unificarle in una unica persona fa sì che a volte si ha l’impressione che il film sia un suo show personale).

25 03 2010
agegiofilm

Grazie Leo.

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