Un’impresa da Dio

29 11 2009

Paradossi temporali in questi minuti, e pure comunione col film precedentemente commentato. Infatti il regista è lo stesso di Bugiardo bugiardo, ma anche di Una settimana da Dio, prequel in cui protagonista era Jim Carrey, forse più riuscito, ma non solo per l’attore. Certo, il soggetto non poteva che attirare la mia attenzione: un ritorno di Noè tra noi, che poco convinto costruisce l’Arca, ma con un diluvio meno devastante e con cause/conseguenze più ecologiche dell’originale…almeno credo. Se l’impresa non avesse come un pretesto e un’ambientazione più universale ne sarebbe uscito qualcosa di simile a 2012, ma senza quella pochezza che sceneggiatori poco coraggiosi hanno messo nello script. Hanno tentato di usare lo stesso tono ma con risultati molto più buonisti e meno politically correct. Hanno voluto per forza fare un sequel, hanno usato effetti speciali che potevano essere risparmiati (certo che il trucco della barba di Carrell..), ed hanno voluto chiamare un altro comico, Steve Carrell, che risulta tra l’altro più ingessato di Carrey. Penso sempre di più che quest’ultimo sia una mina vagante nel set di ogni film dove non si riesce ad addomesticarlo, e che si diverta a riscrivere le scene, per cui il regista non può che dire “buona!”, naturalmente dopo aver finito di ridere.

Ora mi chiedo quale sarà la prossima storia della Bibbia ad essere attualizzata, ma penso che il prossimo comico della serie possa essere Jack Black.

L’altro paradosso temporale di cui volevo parlare era derivato da uno dei film su Asterix, nel quale ho visto Zidane palleggiare truccato da egizio, ma anche un cestista non individuato che faceva i primi esperimenti di basket.


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