The wrestler

12 10 2009

L’interpretazione dell’anno? Mi chiedevo questo poco prima di vederlo sulla pagina del blog su Facebook. Quelli che lo dicevano, da quando è stato presentato a Venezia l’anno scorso, avevano ragione: vedere il protagonista che, dopo anni e anni di reentrè (di ritrovi nostalgici di appassionati di wrestling), di soldi mai guadagnati, di rapporti personali rovinati, mi fa pensare a lui, e forse anche lui ha pensato a questo trovando la parte della vita; un corpo ma soprattutto una faccia rovinati dagli eccessi, da una vita in cui sei famoso per inerzia, e un ritiro neanche tanto buono, c’è tutto Mickey Rourke in questo. Il regista (quello di P greco, de L’albero della vita, di Robocop reboot, eh si, a quanto sembra) mi pare assecondi questa ipotesi, se il protagonista è seguito sempre dalla cinepresa a mano, quasi a documentare il fallimento mai concepito o forse causa forzata di adattamento.

A queste conclusioni ci sono arrivato da solo, senza i critici che sto leggendo tra una riga e l’altra di questo post, memore delle diverse notizie che riguardavano l’attore negli ultimi decenni, fin da quando era un idolo, e non solo per 9 settimane e mezzo.

Impressionante a cosa può arrivare un personaggio del genere per tirare avanti, alle umiliazioni (il match dove si scambia torture con sparapunti e ago spinato è quasi “la passione” del protagonista, e si vede da come finisce) (anche la partita a Nintendo mi fa pensare a questo) ai trattamenti fisici più o meno legali, all’incapacità di riscattarsi con le persone a cui tiene. A proposito, ho notato che nei titoli di testa ci sono solo tre attori: Mickey Rourke, Evan Rachel Wood e Marisa Tomei. Ecco, quest’ultima si è, ma non voglio smentite, trasformata fisicamente per il ruolo, e recita pure bene, vicino o lontano dal palo della lap-dance.

Adesso mi chiedo: e se ne facessero il seguito???


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2 responses

13 10 2009
rossaura

Wrestler il ritorno? No dai va bene così. Dovrebbero metterci i pezzi di ricambio bionici e su quella base mi pare tutta fatica sprecata.
In realtà il film è interessante e se non si può dire proprio di goderselo, almeno si può dire che rende magnificamente l’idea di ciò che resta quando non si è in grado di usare la propria vita con parsimonia e con un minimo di progettualità futura. Aiuta ad imparare che esistono delle priorità e dei valori irrinunciabili, ma del senno di poi sono piene le fosse.
Rourke era se stesso, quindi credibilissimo e commovente.
Ciao Ross

13 10 2009
agegiofilm

Io l’ho visto come un fallimento totale, ma alla fine, quel sorriso quando salta dalle corde…

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