Yes man

16 05 2009

Venerdì è dedicato ai dvd noleggiati, tanto per gustarmi appieno il giorno libero.

Jim Carrey riprende in Yes man le espressioni idiote dei primi film, che non ho mai avuto il coraggio di affrontare, ma che ho sopportato viste le prove attoriali più “impegnate”. Viene poi ricalcato il modus operandi di Una settimana da Dio: stesso inizio in cui si fa odiare, stessa vita grama, stessa redenzione, stesso coinvolgimento di una innocente ragazza, forse qui più alternativa, ma non per questo meno coinvolgente, stesse scene per cui ridere.

Io sinceramente ero interessato alla filosofia del “si”, che ho seguito per un breve periodo della mia vita nel ’99, quando ho sentito da lontano, e forse sommariamente, la notizia di qualcuno che aveva deciso di rispondere positivamente a qualsiasi cosa gli proponessero.

Ho fatto un salto dal divano quando il protagonista viene trattenuto in aereoporto con l’accusa di terrorismo, e agli agenti Fbi risponde con dei netti no alle recriminazioni: come si collega alla sceneggiatura? Perché scegliere una svolta simile nella trama? Chi ha scritto il film se ne è accorto? E’ forse solo un tentativo di critica alla politica post 11 settembre?


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