Trilogia del cubo

22 12 2007

Il primo film, The cube, l’ho visto nel 2001, e l’ho ritenuto molto originale, fuori dalla solita fantascienza. In questo film ci sono pochi attori, e praticamente una sola ambientazione, che il regista ha reso nel film quasi ogni volta diversa, cambiando luci e colori. Quindi è un film povero, ma che ha vinto diversi premi. La prima volta che lo vedi ti colpisce il mistero che circonda il cubo (chi ha fatto il cubo? Gli alieni? Il governo?), poi ti affascina la matematica, per come è usata. Poi ti sconforta la spiegazione che da del cubo uno dei protagonisti, accusando di stupidità l’uomo: “Bisogna usarlo o riconoscere che è inutile”. Poi vedi Hypercube, e ti rendi conto che hanno usato la stessa stupidità per fare il seguito del film, tra i peggiori che possiedo secondo diversi critici.

Ma a migliorare le cose ci pensa il terzo episodio, prequel del primo Cube. Qui non ci sono stupidità e casualità, elementi del primo film, e per tutto c’è un motivo. La prima parte si svolge in un ambiente somigliante alla botola di Lost, solo con computer più recenti e senza la Dharma Initiative. Anzi, in Cube Zero sembra ci siano i militari a comandare, forse una dittatura militare che imprigiona gli oppositori, anche se nel secondo film, The cube, l’esistenza dei poteri forti è solo accennata, insinuata. Posso immaginare che gli sceneggiatori considerino l’esistenza di più cubi, a livelli tecnologici diversi, quindi si spiega come mai nel primo film della serie, il prequel, ci sia un cubo con lettere al posto dei numeri.

Per fortuna ho già visto Hypercube, sarebbe una condanna rivederlo a pochi mesi dall’ultima volta…


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