L’uomo bicentenario

22 11 2007

Anche se recita nei peggiori film recensiti da me posseduti, amo Robin Williams. Lo amo perché è un grandissimo comico, e per questo in ogni suo film c’è la sua impronta sulle battute, quasi sempre per rompere un’atmosfera troppo seriosa.

Ne L’uomo bicentenario, tratto da Asimov è un robot al quale sono state concesse delle reti neurali anomale: alcune caratteristiche umane lo rendono speciale, e da qui parte per diventare uomo a tutti gli effetti. Queste sono le cose che ottiene in 200 anni, tranne l’ultima:

  1. creatività, amicizia, curiosità;
  2. manualità;
  3. umorismo;
  4. lavoro;
  5. conto in banca;
  6. capacità di esprimere emozioni;
  7. abiti;
  8. cultura;
  9. libertà;
  10. casa;
  11. ricerca dei propri simili;
  12. intelligenza o personalità;
  13. animali di compagnia;
  14. famiglia propria;
  15. amici per conversare;
  16. corpo umano;
  17. sensazioni, emozioni, sentimenti: ridere, fare degli errori, seguire il proprio cuore, essere gelosi, mentire, innamorarsi;
  18. perdersi nell’altro;
  19. mangiare;
  20. essere riconosciuto come uomo.

Basta questo in sintesi per essere un uomo? A volte ci si confronta anche con l’io interiore, vero, ma il film risolve questa cosa in uno sketch piuttosto carino. Così il robot protagonista parte con la mascella di Robin Williams, si trasforma in androide con organi trapiantati, si fa togliere il cervello positronico che lo rende immortale, e muore, non senza aver amato una donna che è il ritratto della nonna, di colei che si domandava se era possibile andare al di là dell’amicizia per un robot. “Non posso investire le mie emozioni in una macchina”: dicono così la nonna, Piccola miss, e Portia, la sua compagna. Forse era questo il film che doveva fare Spielberg, non A.I. – Intelligenza artificiale.

Qualche tempo fa volevo fare l’inventario delle battute di Robin Williams nei suoi film. Beh, qui riesce a trattenersi ma ne dice lo stesso:

  • Due cannibali mangiano un clown. Uno dei due si volta e dice: “Non ha un sapore buffo?”;
  • Come ringrazia un fazzoletto spagnolo? Muco gracias;
  • Perché i cinesi si divertono tanto? Hanno tanto riso;
  • Perché ai ciechi non piace il paracadutismo? Gli si spaventano i cani;
  • Un pazzo va sull’autostrada. La moglie lo chiama al cellulare e gli dice: “Tesoro, mi hanno detto che c’è uno che va contromano”. E lui: “Uno?! Centomila!!”;
  • Che cosa è silenzioso e puzza di vermi? Le scorregge degli uccelli;
  • Deve essere stato un ingegniere a disegnare il corpo umano. Chi avrebbe messo l’impianto di eliminazione scorie vicino alla zona divertimenti?
  • Una donna va da medico. Le spiace se le addormento il seno? Assolutamente no! Ninna nanna, ninna nanna.
  • Un buddhista chiede a un venditore di panini: “Fammi una cosa sola con il tutto”.

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