Vi presento Joe Black

17 01 2008

Forse 3 ore sono troppe. Questo pensavo riguardo al film prima di vederlo, durante la visione e questo pensano i critici. Ma poi mi sono anche domandato perché continuo a tenere questo film nella videoteca personale: troppo romantico, troppi affari, seppur fatti da un riccone illuminato, e poca metafisica. Infatti lo spunto era interessante: la morte che vuole dare un’occhiata prima di portarsi via il coprotagonista, anche se impersonata da Brad Pitt poteva svilupparsi in un buon film. Ma purtroppo il regista indugia sempre sulla faccia del divo hollywoodiano, sulla sua mimica che ad un certo punto del film diventa insopportabile. A riscattare il film ci pensano gli occhi e la bocca di Claire Forlani.

Update del 8/9/2009: Eh, si: tre ore sono troppe…





Contact

2 12 2007

Uno spreco di spazio. Così pensa la protagonista dello spazio e di noi che lo occupiamo. Il bello di Contact è che spiega realisticamente come può avvenire il contatto con un’entità diversa da quella terrestre: da una parte la solita questione sulla praticità, i soldi e gli scopi della ricerca astronomica, le prevaricazioni, i personalismi, dall’altra le modalità di comunicazione (numeri primi – il messaggio tv di Hitler alle Olimpiadi di Berlino), poi la sfida di costruire un mezzo solo mettendo in comune gli sforzi di molte nazioni. Ma ciò che rimane sono le domande che si pongono tutti durante la parte centrale del film: siamo più felici grazie a scienza e tecnologia? Chi deve parlare agli alieni, uno scienziato? Gli alieni credono in Dio? Qual’è il significato della vita? Se per il teologo del film a questa domanda la scienza non ha risposte, per Sparks la stessa non ha ucciso Dio, ma ha affermato che non esiste. E poi: siamo pronti ad incontrare altre civiltà?

Alla fine vengono anche confutate le teorie di Einstein sulla relatività, e la stessa protagonista, non credente, chiede un atto di fede, che solo la gente può dare.

Zemeckis ha preso una storia, ha usato tutte le sue capacità e gli effetti speciali per un film che ha dei messaggi, o per meglio dire pone domande senza tanto girarci intorno. Poi che ci sia Matthew McConaughey a petto nudo, o che Bill Clinton parli alla nazione dei fatti del film senza essere doppiato, queste cose le possiamo anche trascurare.

Update del 27/09/2009: Può avvicinarsi al livello di cult? Per me si.





Michael

24 11 2007

Norah Ephron non ha scritto solo Insonnia d’amore e Harry, ti presento Sally: ha scritto anche Michael, con John Travolta che interpreta un angelo. Ma se i capelli lunghi possono essere accettabili, c’è un pò da ridire se un messaggero divino emana profumo di biscotti, fuma, è goloso, beve birra, combatte contro i tori, è irresistibile per le donne, ( per cui fa a botte), dice bugie… Per di più poco ci manca che anche lui diventi per le sue ali una di quelle attrazioni che gli piacciono: il gomitolo di spago più grande del mondo, la più grande padella antiaderente del mondo, il più grande grattacielo del mondo (nel ’95).

Alla fine colui che dice di aver cacciato il diavolo dal paradiso ha per Hollywood ancora qualcosa da insegnare agli altri protagonisti del film, tra i quali c’è una splendida Andie MacDowell.

E’ uno dei primi film che ho visto con il mio primo videoregistratore.





City of angels – La città degli angeli

2 11 2007

City of angels è uno dei primi dvd che ho fatto con il dvd recorder, precisamente addì 22/10/2003. Una delle canzoni della colonna sonora, Angel di Sarah McLachlan fa parte di uno dei primi cd che ho acquistato, una compilation di soundtrack della Kushelrock. Ed era la prima volta che vedevo Meg Ryan fare una interpretazione drammatica. Punto.

Update del 9/7/2009: Forse dovevo essere un pò più indulgente con questo film…





Al di là dei sogni

25 09 2007

Era uno dei pochi film che mio padre voleva andare a vedere al cinema. forse attirato dal titolo. Era uno dei pochi film visti in cassetta nel ’99, quando avevo molto altro a cui pensare. E la prima volta che l’ho registrato, per poi tenermelo, Raidue trasmetteva malissimo, e il dvd è uscito malissimo. E’ un film con tantissimo dolore, il più drammatico di Robin Williams, e forse uno dei più drammatici che possiedo. La storia d’amore finita malissimo fa pensare che solo l’anima gemella, lo spirito affine possano salvarti dal tuo inferno personale. Ma si può anche dire nel finale del film che “tutti morirono felici e contenti”.

A molti non è piaciuta l’impostazione new age di certi concetti: l’idea più potente è l’idea di paradiso, o meglio, universo personalizzato. Ma ciò che rimane più impresso è l’uso dei colori, i dipinti di Annie e certe scenografie.

Oltretutto, anche qui, come in ogni film di Robin Williams ci sono le sue battute, che andrebbero raccolte. In questo film dice che per andare in Svizzera bisogna andare diritto per di là, finché non si sente odore di soldi o si calpesta una cioccolata. Oppure quando, dopo l’incidente che lo ha quasi ammazzato, pensa di aver mangiato pesce avariato.

Update del 20/03/2009: L’ultima battuta non è poi tanto carina…





Phenomenon

21 09 2007

Phenomenon è un film che, appena preso il videoregistratore, circa 10 anni fa, ho amato molto. Erano i tempi in cui iniziavo a prendere le cassette a noleggio, quando potevo farmi scorpacciate di 6 film al giorno (e avevo tempo anche per Sarabanda di Papi e Tiraemolla di Bonolis). Erano i tempi in cui scoprivo l’esistenza di altri generi di film oltre all’action e al thriller. E se si vede Phenomenon senza pensare a John Travolta che ci insegna le potenzialità dell’uomo secondo Scientology, forse potrebbe essere un buon episodio di X-files. Ma ciò che mi piace di più è l’ambientazione, una cittadina rurale con dei personaggi da paese: il film poteva prendere ad un certo punto un’altra piega, quella del singolo uomo contro gli apparati politico-militari, ma chi ha scritto il film ha lasciato finire il film in campagna, dove il personaggio di John Travolta (George Malley, quasi come il dottore di Grey’s Anatomy) si trova veramente come il pesce fuor d’acqua. Oltre a Robert Duvall, che interpreta un dottore un pò fuori dall’ordinario, in questo film c’è anche Kyra Sedgwick, una bellezza poco sfruttata, dolcissima nella scena in cui fa capelli e barba a John Travolta. Nel finale, quando si scopre che non è stata la buona stella a fare del protagonista un uomo 2.0, ti viene un certo magone.

Per Ennio: c’è una canzone di Peter Gabriel in questo film, e non è Solsbury Hill