C’è qualcosa di Hugh Grant che mi piace fin dai tempi di Quattro matrimoni e un funerale: le sue battute, il cui tono è sempre lo stesso da anni, anche se interpreta l’amante di Bridget Jones, o il primo ministro in Love actually. In About a boy si trova a recitare in un film commercialmente impegnato, diretto dai fratelli della meravigliosa Rachel Weisz, con una piccola parte, e tratto da un libro di Nick Hornby, autore che devo assolutamente approfondire in futuro. Nel film in questione si raggiunge la più alta gradazione di “hughgrantaggine”, con battute acide, molto tempo libero, valori morali assenti e tante donne da portare a letto. Però deve fare i conti con Bon Jovi, che secondo lui ha detto “nessun uomo è un’isola”, e, che lo voglia o no, deve rapportarsi all’umanità, rappresentata all’inizio da un ragazzino piuttosto sfigato. Si trova così ad affrontare una vita piena di nulla, l’assenza di principi e le responsabilità che comporta la vita. Un bel film, che ho rimandato per giorni di vedere, ma che non ha deluso le poche aspettative che avevo su di esso.
Ah già: la colonna sonora è bellissima.
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